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Chiesa di San Giovanni Vincenzo, architetto Bernardo Vittone

Chiesa di San Giovanni Vincenzo, architetto Bernardo Vittone


Nel 1757 gli abitanti di Sant'Ambrogio sono 854, la popolazione è più che raddoppiata dall'inizio del secolo; la precedente chiesa romanica a tre navate, risulta parzialmente inagibile a seguito di fessurazioni delle volte e parziali crolli.
Dapprima il Comune incaricò l'architetto Bernardo Vittone (1702-1770) perla redazione di una perizia dalla quale risultò non conveniente la ristrutturazione della vecchia chiesa anche perchè non avrebbe potuto contenere la quantità di fedeli aumentata a seguito dello sviluppo del paese.
Con atto notarile del 20 settembre 1757 si acquisirono i terreni per la nuova edificazione a costruzione dell'opera fu affidata al capo mastro Carlo Giuseppe Garratone.
L'edificio fu benedetto il 21 novembre 1761 e consacrato il 4 settembre del 1763.
La chiesa e' su un impianto a croce greca e particolare cura fu dedicata alla facciata costituita da mattoni a vista; per questa opera la Comunità di Sant'Ambrogio affrontò una spesa di 38.017 lire, 11 soldi e 4 denari, come ci riportano i registri parrocchiali.
Goffredo Canalis sul suo Dizionario del 1849, definì la chiesa tra le più belle della Valle di Susa; la pianta centrale, articolata su un quadrato, si presenta con angoli smussati da linee concave e sviluppa sui lati due corti bracci laterali dove hanno sede due altari marmorei.
Altri due lati corrispondono ai bracci longitudinali, uno comprende il presbiterio e l‘abside con l'altare maggiore e l'altro che fa capo al portone di ingresso, sormontato dalla struttura dell'organo.
Quattro grandi archi si sviluppano sopra i lati del quadrato centrale; essi collegano l'assemblea dei fedeli con l'area presbiteriale e le aree laterali.
INTERNO DELLA CHIESA PARROCCHIALE DI "SAN GIOVANNI VINCENZO"
L’attuale decorazione muraria è stata realizzata a fino ‘800 da Giorgio Boasso, mentre i medaglioni affrescati furono realizzati da Luigi Morgariad inizio del 1900.
Tra gli arredi si segnalano opere pittoriche come:
- la Pala dell'Altare Maggiore (attribuita a Michele Antonio Milocco) raffigurante la Madonna con il Bambino ed i Santi Ambrogio e Giovanni Vincenzo;
- la pala della Madonna del Rosario con i Santi Damiano e Caterina (opera di G. Domenico Molinari dell'anno 1782);
- la Via Crucis dipinta nell'anno 1783 dal pittore di Corte Vittorio Amedeo Rapous;
- la serie di raffigurazioni degli Apostoli a figura intera (opera di Agostino Veranitra il 1774 ed il 1775) e posti ad ornamento delle lesene;
- l'Ancona del Rosario di Bernardino Lanino dell'anno 1621-1625 proveniente dalla precedente Chiesa Romanica, custodita nella Sacrestia della Parrocchiale.
Preziose opere artigianali lignee arricchiscono la Chiesa: nell’abside dietro l’altare maggiore vi è un coro in stile impero, in legno di noce, realizzato nel 1808 e restaurato a fine anni ’90, mentre nella sacrestia è collocato a copertura di una intera parete un pregevole armadio in noce, a sei riquadri finemente intagliati, costruito nel 1852 ad opera del «minusiere» Battista Cinato.